Istat: prospettive per l’economia italiana nel 2024

L’Istat si attende un rallentamento del Pil italiano rispetto al 2022: +0,7% sia nel 2023, sia nel 2024.
10/02/2024 | 266

Le più recenti previsioni della Commissione Europea segnalano un rallentamento del Pil mondiale (+3,1% per il 2023 e +2,9% per il 2024), elevata incertezza e rischi al ribasso legati al diffondersi delle tensioni geo-politiche e a condizioni finanziarie meno favorevoli.

L’attività economica dell’area euro sperimenterebbe, un rallentamento significativo per l’anno in corso (+0,6%) a cui seguirebbe un’accelerazione nel 2024 (+1,2%).

La Spagna crescerebbe quest’anno del 2,4% (+1,7% nel 2024), la Francia dell’1% (+1,2% il prossimo anno) mentre la Germania segnerebbe un calo nell’anno corrente (-0,3%) seguito da un recupero nel 2024 (+0,8%).

Previsioni per l’economia italiana

La crescita acquisita del Pil nel 2023 è confermata a +0,7%. Nel biennio 2023 - 2024, l’aumento del Pil verrebbe sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (+0,8% nel 2023 e +0,7% nel 2024) a fronte di un contributo della domanda estera netta marginalmente negativo nel 2023 (-0,1%) e nullo nel 2024.

La domanda interna sarà trainata principalmente dai consumi privati (+1,4% nel 2023 e +1% nel 2024) sostenuti dalla decelerazione dell’inflazione (dal +5,4% di quest’anno, al +2,5% nel 2024), da un parziale recupero delle retribuzioni e dalla crescita dell’occupazione. Il buon andamento dei consumi e le condizioni solide del mercato del lavoro non dovrebbero innescare effetti sull’inflazione; pertanto i prezzi sono previsti in rallentamento grazie anche al calo della componente energetica.

Investimenti

Gli investimenti rallenteranno rispetto al biennio precedente (+0,6% in entrambi gli anni). Gli effetti delle politiche monetarie restrittive e il venir meno della spinta degli incentivi all’edilizia saranno parzialmente controbilanciati dagli effetti dell’attuazione delle misure previste dal PNRR.

A novembre, i segnali provenienti dalle indagini sul clima di fiducia di consumatori e imprese sono contrastanti.

  • Per i consumatori si registra un aumento dell’indice per la prima volta da luglio, diffuso a tutte le componenti.
  • Tra le imprese, invece, prosegue il calo dell’indice ininterrotto da agosto, se pur in modo più moderato (-0,5%), a sintesi di andamenti fortemente eterogenei tra i diversi comparti produttivi. In netto calo la fiducia nelle costruzioni (-2,5%), in rialzo invece l’indice della manifattura e del commercio (rispettivamente 0,5% e 1,3%). Nella manifattura crescono le attese sulla produzione, nel commercio al dettaglio le attese sulle vendite aumentano, soprattutto per la grande distribuzione.